Fratello Compagno
Osservando il tramonto, un uomo vive tre esperienze collegate ma diverse: tramite ciascuna egli si avvicina alla Luce dell’eterna saggezza. Con l’occhio fisico anzitutto egli percepisce materialmente il tramonto, e tale esperienza è legata strettamente alla durata in cui il tramonto è percepito dall’occhio: durante questo tempo è attivato l’elemento “Apprendista” nell’uomo, la sensorialità.
Perché l’esperienza del tramonto non sia però inutile, e non deve esserlo, è necessario che si conservi in qualche modo come ricordo: allora si attiva l’anima, l’elemento “Compagno”, seguito dallo spirito, pensiero cosciente che afferra i caratteri eterni della vita e della saggezza.
L’Apprendista cresce passando dai lavori materiali a quelli concernenti le forze astrali ed apprende a maneggiare gli strumenti che permettono di trasformare la materia per effetto delle forze fisiche guidate dall’intelligenza; egli comprende anche che al di là delle forze fisiche esistono altre forze di un ordine più elevato simbolizzate dal fiammeggiare della stella; sono le forze astrali che gli è permesso di presentire, senza peraltro nominarle esplicitamente, con la vista della stella fiammeggiante. L’Apprendista diventa così Compagno e viene istruito sugli elementi della storia della tradizione. Nel Tempio il Compagno prende posto a meridione, lungo la Colonna B e, a differenza dell’Apprendista , il quale è tenuto a osservare il silenzio, può prendere parola. Non è questa una semplice concessione, ma il riconoscimento che egli ha superato stati e impostazioni mentali profani. Mentre l’Apprendista deve tacere perché non ancora si è liberato dalle basse passioni, quali l’odio sociale, i contrasti ideologici, la brama del potere, la mancanza di spirito di tolleranza, il Compagno, se ha seguito con impegno e abnegazione i precetti dell’Arte, è ormai in grado di immettersi degnamente nella Catena fraterna e può parlare liberamente ma, sempre, con lo sguardo rivolto al Venerabile e al Delta che campeggia sulla parete dell’Oriente.
Messi da parte il Martello e lo Scalpello, il Compagno impara ad usare il Regolo, strumento che caratterizza in particolare il suo Lavoro. Simbolo della linea retta prolungata all’infinito esso consente al Compagno di acquisire l’ordine e la disciplina indispensabili per il raggiungimento completo della Luce, attraverso una pratica di vita caratterizzata dal rigore e dall’assiduità etica. Non più lavoro disordinato, non più azioni confuse, ma armonia ed equilibrio in ogni espressione di vita, sia esteriore che interiore.
In un antico rituale per il Compagno è scritto: “ Ricordate che, per quanto in questo Grado ambedue le punte del Compasso sono sotto la Squadra e voi ora siete interessati soltanto al significato morale e politico dei simboli e non ai loro significati filosofici e spirituali, nondimeno il divino si unisce sempre all’umano, lo spirituale al terreno, e vi è qualcosa di spirituale nei più comuni doveri della vita ”.
Il cammino di perfezionamento del Compagno inizia dalla sensazione e, attraverso la ragione, culmina nell’intuizione chiara che apre le porte della divina conoscenza. L’anima – il Compagno – sul cammino iniziatico, vive principalmente tre condizioni: in quanto si unisce al corpo (Apprendista); sperimenta le sensazioni; in se stessa costruisce le opinioni; riconciliandosi con lo spirito ( Maestro) acquista finalmente la conoscenza, identificandosi con ciò che è conosciuto: in questa condizione l’anima è beata, assaporando quiete ed armonia.
Per conoscere il mondo del Compagno è necessario sviluppare i sensi idonei, particolari, intendendo la sensorialità “astrale” che è propria dell’anima. Tramite quali sensi il Compagno d’Arte impara a percepire dunque il suo mondo astrale in maniera tanto reale, quanto reale è la percezione che i suoi sensi fisici hanno del mondo fisico?
Egli percepisce il suo mondo non attraverso i canali della corporeità, ma tramite le sensazioni, i desideri, i sentimenti di gioia e dolore, piacere e dispiacere, le brame, gli impulsi, le passioni, i ricordi, l’immaginazione, il sognare, la volontà; parimenti tramite la ragione e l’intuizione.
Come l’anima vive tra corpo e lo Spirito, così il compagno vive tra l’Apprendista ed il Maestro, dovendo comunicare inferiormente con l’Apprendista, superiormente con il Maestro. Il Compagno non è un solo essere, quale invece appare, ma forma con l’Apprendista e il Maestro un ternario di cui percepiamo solamente l’aspetto illusorio, materiale: è l’aspetto espresso esteriormente dal “segno”, il quale infatti accomuna i tre Gradi……ingannando! Proprio perché è stretto fra realtà opposte, produttrici di opposizioni, il Compagno vive in una condizione di lotta, infelicemente, non liberamente: dovrà dunque cercare l’Unità, e con essa ogni equilibrio e pace.
Il Compagno è il vero iniziando, a cui è aperta la conoscenza superiore. Nel porsi i problemi fondamentali dell’esistenza, non deve troppo rifarsi agli insegnamenti ricevuti in Camera di Apprendista.
È piuttosto necessario, per il suo bene e perfezionamento, che invece via via ricordi e sperimenti quanto apprende in Camera di Compagno: qui infatti il Compagno lavora in più stretto contatto con i Maestri, custodi e messaggeri della divina Sapienza immortale.
Fratello, da Apprendista siete stato seguito dal Secondo Sorvegliante il quale con un leggero inarcare di sopracciglia, un lieve cenno del capo vi ha indicato il modo corretto di atteggiare il corpo nel momento rituale. Vi ha indicato la Via, con i suoi parchi gesti e con la trasmissione subliminale delle sue indicazioni, verso il microcosmo dell’architettura dell’Azione rituale che apre l’armonia degli spazi esoterici nel caos della vita profana. Egli vi ha fatto comprendere che senza il Silenzio non c’è Parola ma solo il rumore bianco, in altre parole, il Non-Silenzio che ancora non si è fatto Coscienza, che ancora non si è fatto Parola, che non si è concretizzato nell’Azione, che ancora non sgorga in Libero Pensiero. Da Apprendista avete compreso come avviene l’ingresso nel Tempio, la sua squadratura, l’apertura, il lavoro stesso e la chiusura dei lavori; e appreso che tutto questo ha un senso e uno scopo solo se vengono interiorizzati, compresi, ed assimilati per essere trasformati a livello di coscienza. Nell’isolarvi avete imparato a trovare la calma interiore mentre con i F:. avete stabilito un contatto interiore creando una corrente vibratoria stante ad iniziare la formazione di un Eggregore che trasforma nel Tempio, il lavoro d’unione in una vera e propria catena: catena che per noi Massoni è simboleggiata dalla “Catena d’Unione”.
Fratello, il Secondo Sorvegliante, tutore della metà notturna, sempre nelle tenebre e in grado di rendere realizzabile il Silenzio interiore, nei fratelli Apprendisti, dei quali è responsabile per l’istruzione informativa e formativa, si è ritenuto soddisfatto per i vostri progressi acquisiti.
Ricordate e non dimenticate che i Massoni possono essere di due categorie:
il Massone che cerca d’istruirsi e di comprendere e, il Massone indifferente. Quest’ ultimo considera la Massoneria come un mezzo per essere assistito o per raggiungere qualche posizione sociale. Per lui si tratta di un’associazione come tante altre, forse solo più pratica. Il Massone che ricerca, invece, si rende subito conto che esistono insegnamenti che necessitano un’attenta spiegazione. Egli riflette su tutto ciò che in Loggia colpisce il suo sguardo, sulle parole che sente e sul rituale che viene eseguito ed è così che si accorge che deve esistere una Sapienza della Massoneria così come esiste una scienza matematica che utilizza l’Algebra.
Fratello, avete conseguito l’aumento di salario, a Compagno d’Arte, perché non siete stato indifferente, ma, avete dato prova di applicazione, di zelo e di ardore nel Lavoro muratorio. Siete stato in grado di certificare d’avere ormai fatto il vostro tempo, essendovi privato dell’influenza dei metalli. Da Apprendista, dopo settimane e mesi di studi, la vostra mente si è liberata dai pregiudizi e dagli errori della società profana, imparando a pensare autonomamente e ad esprime il vostro pensiero. Se da Apprendista avete fatto tre viaggi, il primo nel disordine – il secondo nel fragore inquietante di armi e con il terzo siete stato illuminato, oggi , per comprendere bene il mistero del secondo grado della sapienza massonica avete compiuto cinque viaggi:
– il primo, armato di maglietto e scalpello, avete rivolto simbolicamente la guerra contro gli errori che ferivano la vostra coscienza;
– il secondo, armato di compasso e regolo, avete cominciato a tracciare il piano dei vostri futuri lavori;
– il terzo, armato di leva e regolo, avete cominciato materialmente la costruzione dell’edificio;
– il quarto, armato di regolo e squadra, avete potuto costruire l’edificio in modo che esso possa sfidare il tempo;
– nel quinto viaggio non avevate più utensili materiali e ci avete chiesto la sapienza della tradizione.
Fratello, da Apprendista siete stato iniziato a Compagno d’Arte e condotto per il primo viaggio ad Occidente dove, il F:. Esperto Vi ha invitato a leggere quanto scritto su di un quadro; i cinque sensi che avete letto rappresentano un momento significativo dell’evoluzione dell’uomo nonché al risveglio dell’anima che tramite i sensi prende coscienza di se e del mondo della conoscenza.
Nel percorrere questo primo viaggio, ancora da Apprendista, il Maestro Venerabile Vi ha citato i sensi chiedendovi di distinguere la verità e l’illusione….nonchè l’apparenza e la realtà…la sensazione dalla verità.
A questo dovrete lavorare con parsimonia e costanza.
Fratello, da Apprendista non avevate conoscenza dei lavori e stavate nel Tempio come in sonno, nell’attesa del risveglio, che è avvenuto gradualmente acquistando la capacità di sentire e distinguere i F:., e nell’attesa di percepire la presenza dei Maestri e Compagni fino ad afferrare qualche scintilla delle loro allusioni circa la Sapienza muratoria. Giunto a questo eravate pronto ad essere elevato a Compagno. Il lavoro da Compagno d’arte che dovrete affrontare, pur essendo meno pesante di quello dell’Apprendista, è più impegnativo poiché si svolge in una sfera, meno materiale, che richiede l’attività dell’intelletto e dell’intuizione. Il cammino iniziatico non finisce con la sensazione e col mondo sensibile. Dall’altra parte l’anima non può esaurire il desiderio di conoscenza.
Quanto più il Compagno si libera dell’Apprendista che è in lui, e si avvicina invece al Maestro, tanto più le sue sensazioni acquistano luminosità, forza e conoscenza. Il Compagno esprime lo stato dell’anima che incontra per la prima volta lo spirito con cui dovrà collaborare, per essere guidata nell’ascesa. Infatti, nei lavori Geometrici in Camera di Compagno il Compasso non è sottoposto, come in Grado di Apprendista ma incrociato alla Squadra, quindi, il Compasso ha relazione con lo spirito, quanto la Squadra con l’anima. Da adesso inizierete a studiare la storia della tradizione delle antiche confraternite.
Per comprendere la sapienza massonica dovrete penetrare intellettualmente in questi antichi misteri; dovrete scoprire i misteri che, sin dai tempi di Tebe, giungono a noi grazie ai trovadori provenzali, agli alchimisti, ai templari, agli illuminati e ai moderni riti massonici.
Fratello, non trascurate questo studio intellettuale; senza questo impegno che deve essere un vostro lavoro personale non potrete comprendere la massoneria che per voi resterebbe un libro chiuso. Dovrete comprendere il significato profondo dei misteri cui state per partecipare e saprete per quale ragione la Massoneria deve rispettare la tradizione e i simboli che sono stati affidati ai suoi maestri iniziatori. Fino ad ora siete stato giudicato ed è giunto il tempo di cominciare a camminare da solo. Istruitevi in modo profondo e diventerete una vera stella fiammeggiante, spandendo la luce acquisita sui fratelli e sui profani che faranno appello alla vostra devozione e al vostro sapere.
Ricordatevi che “La Via dell’Iniziato” , camminando sul “filo del rasoio” tra quadrati neri e bianchi senza mai fermarsi né scivolare in uno di questi, è quella che conduce al superamento dell’apparente Dualità del quotidiano contingente verso l’Unicità Luminosa del Principio.
“ Nessuna cosa ti è avversa, Fratello Libero Muratore, quanto la tua ignoranza!
Uccidi questo terribile nemico, tua ombra, con l’arma della conoscenza illuminata”. Fr:. Antonino Capodicasa