Maglietto e scalpello

RACCOLTA DI RIFLESSIONI SULLA SIMBOLOGIA DEL MAGLIETTO E SCALPELLO

Con l'Iniziazione massonica ri-nasciamo e iniziamo un viaggio. Con gli Utensili che ci verranno forniti, durante il viaggio taglieremo la nostra pietra, così come ciascuno di noi la intende.
Nel vasto mare della simbologia massonica, i primi utensili con i quali entriamo in contatto all’inizio del nostro percorso e con i quali iniziamo ad applicarci nella lavorazione della pietra grezza, la nostra pietra, sono il maglietto e lo scalpello.
Analizziamoli separatamente ….

Il Maglietto:
Il Maglietto (Martello) rinvia alla Forza, all’azione del fulmine, emblema dell’attività celeste, ed al contempo alla Giustizia. 
Mijolnir è il Martello magico di Thor, dio norrenico del tuono e della tempesta, forgiato dal nano Sindri; è anche l’utensile di Efesto, il dio-fabbro del pantheon Olimpico: in questo caso, il Maglietto rinvia all’Iniziazione Cabirica o Metallurgica. 
Non è un caso che Efesto, il dio-fabbro, sia zoppo. Nel pensiero della Tradizione, al Fabbro- antesignano dello Sciamano - sono attribuiti grandi poteri magico-alchemici; al Fabbro veniva tagliato un tallone per impedirgli di fuggire e diffondere fuori della comunità i segreti del fuoco: ecco il motivo della zoppia. 
Il Martello rappresenta l’attività formatrice o demiurgica: quando colpisce lo scalpello, incarna la volontà spirituale, il metodo che mette in circolazione le idee o, per meglio dire, che attinge le idee-archetipiche per trasformarle in oggetti, cose. 
Se Conoscere, come vuole Platone, è Ricordare, qualunque processo conoscitivo altro non è che un’anamnesi di ciò che già esiste nella sfera metafisica, spirituale. Alla stessa stregua, l’artista tradizionale non inventa nulla, semplicemente riattualizza quegli archetipi che esistono da sempre nell’Immaginario Collettivo, ma che restano allo stato potenziale nella dimensione metafisica. La creazione è dunque una riproduzione, l’attualizzazione di idee potenziali. 
Nella tradizione nipponica, il Maglietto è lo strumento magico con il quale il dio della felicità e della ricchezza, Daikoku, fa nascere l’oro: altro evidente richiamo alchemico.
 Nell’Europa del Nord, numerosi martelli figurano sulle pietre con iscrizioni runiche, nelle incisioni rupestri e sulle stele funerarie: assicurano il riposo del defunto dagli assalti del nemico. 
Nei matrimoni si portano dei mazzuoli per allontanare dalla coppia le potenze malefiche e per favorire la fecondità della sposa. In questo caso, il Maglietto si collega alla potenza solare del Fulmine. 
Secondo una leggenda lituana, i Martelli di ferro sono gli strumenti con i quali gli dei favorevoli agli uomini spezzano in primavera la greve coltre di neve e di ghiaccio. Quest’immagine, corrispondente a quella delle pesanti nubi del cielo, indica la potenza divina che deve avere il Martello, destinato a spezzare e a sciogliere gli ostacoli alla sua prima manifestazione. 
Nel Simbolismo Massonico, secondo J. Boucher, «il Mazzuolo è il simbolo dell’intelligenza che agisce e persevera; essa dirige il pensiero e anima la meditazione dell’uomo che, nel silenzio della coscienza, cerca la verità. In questa prospettiva, è inseparabile dallo Scalpello che rappresenta il discernimento, senza l’intervento del quale lo sforzo sarebbe vano, se non pericoloso». 
Inoltre, il Mazzuolo «raffigura la volontà che esegue: è l’insegna del comando impugnato dalla mano destra, il lato attivo, che si collega all’energia agente e alla determinazione morale da cui deriva la realizzazione pratica». Il Maglietto è il simbolo dell’autorità del Maestro Venerabile nel corso delle Tornate Massoniche.
Lo Scalpello 
Tradizionalmente la Massoneria Speculativa si considera l’erede della Massoneria Operativa del Medioevo e del patrimonio iniziatico dei Costruttori di Cattedrali. I Simboli derivati dall’Arte della Costruzione servono da supporto alla realizzazione psichica e spirituale. 
Lo Scalpello (assieme al Mazzuolo) è uno dei simboli dell’Apprendista, con cui egli sgrossa la Pietra Grezza: il Sé. 
Come tutti gli utensili taglienti raffiguranti il Principio Attivo (Maschile), che penetrando modifica il Principio Passivo (Femminile), così lo Scalpello modifica la Pietra. 
Questo simbolo è stato utilizzato nelle iniziazioni ai Mestieri e la sua traccia si ritrova nel Compagnonaggio. 
Lo Scalpello è la folgore, l’agente della volontà celeste che forgia la materia; è il raggio intellettuale che penetra l’individualità. È la forza che taglia, distacca, separa, distingue: prima operazione dello Spirito, che giudica solo dopo essersi contrapposto all’oggetto del giudizio. 
Nell’Alchimia, la prima operazione è proprio la Separazione, l’Opera al Nero o Nigredo, che costituisce anche la prima tappa dell’Iniziazione nel Gabinetto delle Riflessioni e nell’entrata del profano bendato nel Tempio Massonico. 
Lo Scalpello, però, non è soltanto un simbolo attivo, ma può essere a sua volta passivo. Esso è attivo nei confronti della materia, ma passivo di fronte al Mazzuolo o alla Mano del Muratore, che raffigurano essi stessi la Conoscenza Agente. 
Come spesso avviene, ci troviamo di fronte a un ribaltamento sul piano della manifestazione della gerarchia dei Principi, nella quale la Volontà non può essere anteriore alla Conoscenza. Lo Scalpello-Volontà è anteriore alla materia bruta, ma è subordinato al Mazzuolo-Conoscenza: il primo ha bisogno di essere guidato dal secondo nella sua azione formatrice.
Può essere interessante osservare come in alcune tradizioni orientali- più precisamente nel taoismo cinese- si ribalti l’attitudine operativa della mentalità occidentale. La modifica della materia per mezzo dello Scalpello è considerata, dal saggio taoista Chuang-Tze, come l’emblema degli ingiusti oltraggi compiuti a danno della spontaneità, degli interventi abusivi dell’uomo nelle leggi naturali della vita. 
In altre tradizioni orientali, però, per esempio nello sciamanismo siberiano, il Fabbro (mestiere considerato prossimo al Costruttore : il primo lavora il ferro, il secondo edifica il Tempio) è ritenuto una figura dotata di grandi poteri magici. 
Nella mitologia greca, Efesto fabbrica le folgori di Zeus, ed in quella norrenica il potente martello di Thor, Mjölnir, è stato forgiato con lo Scalpello e l’Incudine da Eitri, il nano-fabbro. Da notare ancora come nella tradizione indiana, lo Scalpello (Tanka), che si distingue appena dall’Ascia, abbia manifestamente lo stesso senso di quest’ultima, rappresentata come attributo di diverse divinità indù. 
Ora combiniamoli ….
Tradizionalmente il maglietto rappresenta la volontà spirituale che attualizza e regola la conoscenza sottintesa dal gesto. 
E’ strumento con cui si esprime il potere sulla materia; simboleggia l'energia e la potenza, ma anche la costanza del lavoro per raggiungere il risultato desiderato. 
Corrisponde alla presenza di spirito, ovvero alla capacità di agire rapidamente e appropriatamente sulla materia, al controllo di se stessi, ovvero a riuscire a dosare la forza del movimento, alla perseveranza, ovvero al non fermarsi malgrado la fatica, e al coraggio, ovvero alla determinazione di rompere schemi precostituiti.
In breve diremo che: il Maglietto rappresenta la forza di volontà, la ferrea determinazione ad agire per il bene, secondo quanto dettato da Virtù e Coscienza.
Ma la forza col tempo non basta, il lavoro necessità di una maggiore precisione ed occorre ricorrere allo scalpello. 
Esso è simbolo di una conoscenza che distingue, della facoltà di scegliere volontariamente in base a motivazioni serie, scaturite dalla ragione e oggettivamente verificabili. 
Se il lavoro di taglio rappresenta un aspetto negativo in riferimento alla caduta del superfluo, è al contempo positivo, in quanto sottraendo cerca di dare alla pietra la forma cubica che noi vediamo.
Simbolo di determinazione, lo scalpello, è l'utensile del discernimento, virtù fondamentale in ogni ricerca in cui vi sia la volontà di pervenire a un’opera correttamente compiuta.
In breve possiamo sostenere che : lo Scalpello prefigura il discernimento, cioè la capacità di distinguere le parti utili della pietra, essenziali alla costruzione, da quelle inutili. Non a caso, discernimento deriva dalla radice latina sec, da secere, tagliare (da cui dissecare, scelta, sacro, ecc.).
L'Apprendista deve sapere trovare in sé il coraggio e la forza necessari a scolpire la pietra, ovvero sé medesimo e così divenire tagliapietra, Giblin. Alcune asperità potranno essere difficili o dolorose da togliere, specialmente quando il Massone dovrà rispondere del proprio lavoro al più severo dei giudici: se stesso. 
La combinazione della forza di volontà e della capacità di discernimento produce il graduale perfezionamento dell'opera (la scoperta del tesoro che è riposto in ognuno di noi) attraverso l'interazione dei due strumenti.
Così, se il Maglietto esprime la volontà di agire, lo Scalpello simboleggia la conoscenza e la scelta di ciò che deve esser fatto, di contro a ciò che deve essere evitato. Il Maglietto e lo Scalpello ci indicano come la combinazione fra l'azione e il pensiero sia la strada per il compimento dell'Opera: dalla pietra grezza alla pietra squadrata, dalla pietra squadrata alla pietra cubica.
M:. L:.
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