Le dimensioni ristrette

Le dimensioni ristrette
“L’impressione che colsi della massoneria era come quella di un pungiglione: appuntito e così sottile da non lasciar minimamente pensare al suo dolore”
Si… perché, a me, la massoneria fa molto male; è un risveglio della coscienza e sinceramente non un vantaggioso potere, come tutti pensano. 
Questo “ massone” è quindi un ricercatore scrupoloso, che spesso perde la coscienza “ terrena ”. 
Questa folle intuizione dell’essere, non vago, ma preciso e profondo trova le sue radici nelle dimensioni create e nebbiose di quell’universo inesplorato della mente umana, artefatta e come atrofizzata nei lunghi percorsi della sua creazione. 
In questo calvario io trovo la mia origine, la mia iniziazione, o il mio tormento. Trovarsi di fronte a tanti specchi e non capire quale fra questi sia la dimensione giusta della tua immagine e addirittura non focalizzare la propria dimensione corporea ti porta ad oltrepassare quelle dimensioni, sino ad oggi colonne del tuo reale, e a ricercare quelle che non si riescono a capire o a delineare, per un inceppo studiato sin dal concepimento e perso, forse, lungo il cammino della storia dell’uomo. 
Questa folle idea trova, forse, un fondamento dalla natura stessa. 
Oggi io sono al mondo come un’ape e come tale non riesco a vedere al di fuori di quel che mi è consentito vedere per quel meschino e incatenante pensiero imposto dall’istinto e dal limite biologico terreno (“L’Ape non riesce a distinguere altro che alcune limitate bande di frequenze di luce - bianco e nero”). 
Vi siete chiesti cosa proverebbe un’ape se potesse distinguere i colori? Questo pensiero mi divora, giorno per giorno, e come un’immagine appannata risveglia, forse, alcuni profondi e abbondanti pensieri della mia mente. 
La ricerca è l’eco del mio essere. Nella speranza che questo eco risvegli una parte atrofizzata e scomposta della mente, io inizio a martellare e a scaricare impulsi forti a questo corpo agonizzante attraverso un modo nuovo di creare pensieri e scompongono la luce del mio pensiero in bande pericolose perché rappresentano tutte quelle dimensioni sino ad oggi inaccessibili. 
I sogni sono nuove dimensioni? Gli spazi della materia sono nuove dimensioni? Il vuoto negativo è dimensione? E se i sogni fossero creazioni di dimensioni e le dimensioni, quindi, infinite, non esisterebbe il concetto stesso della dimensione o del finito ma una nuova e difficile realtà, sabbiosa e contaminata da invisibili pensieri che ci pongono limiti e freni. Questi freni mi preoccupano molto perché mi ingannano e deviano la mia ricerca.
Il mio dubbio è però sincero: dove cercare?
La ricerca umana è spesso storica e filosofica. Ma la storia racchiude, spesso, trappole e inadeguati pensieri: fantasie, illusioni, meschini trabocchetti e chissà vicoli ciechi. Il pensiero filosofico e come quei missili a ricerca di calore: veloci e precisi. 
Ma chi dice che sia il calore ciò che cerchiamo? Queste bande di luce o di dimensione appartengono a un nodo difficile e spesso sconfinano nel pensiero di coloro che vorrebbero trascinarti nell’abisso dell’inconcepibile limite umano. 
La mia presunzione è di tralasciare la storia, la filosofia e la scienza e di iniziare un cammino a mani nude riponendo tutte le armi che hanno fatto l’uomo sapiens, dalla sua evoluzione sino ai tempi moderni, un essere presuntuoso, nella sua convinzione che tutto passa dalla razionale utilizzazione della materia. 
Come fa un architetto a pensare e a realizzare senza mezzi una sua opera? Orbene, i mezzi ci sono ma è l’opera che è diversa!
E’ questo il mio nodo…L’opera! Inizio a raccogliere le molliche in attesa di giungere al fornaio.
M:.M:.
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