Il mistero di Tubalkain

IL MISTERO DI TUBALKAIN di Renato Lavarini 
"Come chi, messosi in mare su di una barchetta, viene preso da immensa angoscia nell’affidare un piccolo legno all’immensità delle onde, così anche noi soffriamo mentre osiamo inoltrarci in un così vasto oceano di misteri" Origene (II-III sec. d.C.) 
PREMESSA. Quando mi è stata affidata la stesura di questa Tavola, immaginavo la difficoltà che avrei incontrato nel cercare tracce riferite e riferibili a colui che la Libera Muratoria ha voluto ricordare usando il suo nome come parola di passo in grado di Maestro: Tubalkain. Durante la ricerca che, posso confermare, non è stata facile ho incontrato una nuova e inattesa difficoltà. Questa nuova difficoltà nasce dalla necessità di capovolgere totalmente il vissuto culturale di una persona educata, fin dalle scuole primarie, all’interno di una sovrastruttura culturale di stampo cristiano-cattolico. Per questo, dando inizio all’analisi, invito i Fratelli a provare a dimenticare la cultura dalla quale arrivano o, almeno, a prepararsi a rimettere in discussione vecchie conoscenze, vecchi luoghi comuni che col tempo sono divenuti parte della cultura di ognuno. 
IL DISCENDENTE DI CAINO. Tubalkain viene citato nella Bibbia e, precisamente, nella Genesi, tra i discendenti di Caino. Prima di addentrarci nell’analisi specifica, restiamo per un momento nell’ambito più generale della Bibbia stessa. Uno dei temi che più hanno assillato l’uomo nei millenni della sua storia è quello delle origini che, conseguentemente, si traduce nel tema delle cause.
Tutte le religioni e le culture, anche quelle più strettamente scientifiche, nascono per cercare di capire, in maniera scientifica o in maniera "fideistica", le origini e le cause dell’uomo e del mondo in cui vive.
Così, anche la Bibbia inizia con la ricerca di tali origini e ad esse dedica il primo libro: la Genesi. La Genesi è la storia dell’uomo, partendo dall’uomo stesso nel suo rapporto più stretto con Dio: da Adamo, che significa appunto "Uomo". La Genesi è il tentativo di descrivere e spiegare le origini e quindi il senso di una realtà: è quello che tecnicamente possiamo chiamare "eziologia", cioè ricerca delle cause, il ritorno alla radice delle cose e al loro significato profondo e misterioso. Si tenga conto che tale ricerca delle origini viene fatta da una popolazione nomade che al nomadismo ha affidato la propria storia iniziale. Ad una prima analisi, gran parte del percorso della Genesi è intriso di elementi che ritroviamo nelle nostre allegorie, nelle nostre simbologie, nei nostri riti. È pertanto interessante, per arrivare al nostro tema, cercare di evidenziare tali rapporti. Anche perché, a mio parere, è importante riuscire a comprendere gli elementi che ci uniscono alla tradizione giudaica e quelle interpretazioni che ci distinguono da essa e dal suo sviluppo cristiano-cattolico. PARTIAMO DALLA CREAZIONE. Consentitemi di proporre ancora una nota interpretativa: la Genesi, nell’ambito della grande costruzione biblica, è formata dalla Tradizione Sacerdotale, rappresentata da una modo genealogico di raccontare e di fare storia tipico delle tribù nomadi, distinta da quella Jahvista (sempre presente nella Genesi) in cui prevalgono le narrazioni. La Creazione si svolge in un simbolismo settenario che significa per l’uomo orientale perfezione e armonia. La Creazione è disegnata infatti come una grandiosa architettura cosmica modellata sulla settimana liturgica. Il simbolo del sette interviene con frequenza nella Genesi: oltre ai giorni, sette sono le formule usate dallo scrittore ispirato della Genesi per descrivere la creazione:
 Dio disse
 Vi sia
 E così fu
 Dio vide che era bello
 Dio separò
 Dio chiamò
 Fu sera e fu mattina
Sette volte suona il verbo creare; il primo versetto ha sette parole. Tutti gli altri numeri simbolici sono multipli di sette. Altro discorso è, naturalmente, il modo di arrivare alla perfezione e all’armonia. 
Ma se la Creazione si sviluppa attraverso il numero sette, l’uomo viene creato il sesto giorno. 
Il sei, nel simbolismo numerico dell’Antico Oriente, significa imperfezione. L’uomo è, quindi, relegato nella prigione del limite e dell’imperfezione. Attraverso però il culto sabbatico (il sabato è il settimo giorno), l’uomo esce dal carcere della sua natura di creatura del "sesto giorno" ed entra nell’orizzonte di Dio. 
L’uomo è ha-‘adam, in ebraico appunto l’uomo, l’umanità intera. E qui nasce il primo "scandalo", almeno per noi Massoni (uso questo termine nello stesso senso usato da Dostojievski, da Sartre e dalla moderna teologia della liberazione, per indicare qualcosa che esce completamente dai parametri della cultura dell’uomo storico, qualcosa che per esso è incomprensibile)
Il Dio della Bibbia ha un progetto per l’uomo; un progetto che prevede una trama di armonie tra l’uomo e Dio, tra l’uomo e il cosmo, tra l’uomo e l’uomo. Ma l’uomo vorrà realizzare un piano alternativo rispetto a quello predisposto da Dio: da qui nasce il peccato originale della tradizione giudaico-cristiana. 
Ciò che viene rappresentato come l’albero della conoscenza del bene e del male, è il punto di grande crisi nella concezione della vita, della causa e del fine. 
Per la tradizione biblica, il peccato sta nel non accettare il frutti che Dio dà all’uomo (la conoscenza del bene e del male così come è stata stabilita) ma nel rivendicare la propria libertà in tale ricerca. 
L’uomo che rivendica questa libertà, decaduto perché peccatore, inizia l’epopea triste, per la Bibbia e per la tradizione giudaico-cristiana, dell’esistenza umana quotidiana. Si tenga conto che la condizione nomade della popolazione ebrea tende a cercare il mantenimento inalterato dei concetti fondamentali della tradizione.
 Ciò evidentemente a causa della mancanza di concetti, elementi, esperienze fissate una volta per tutte nella vita quotidiana. 
LA STIRPE DI CAINO. Caino è il primo figlio di Adamo e di Eva. Caino è il generato: qanah in ebraico. Il secondo figlio di Adamo ed Eva è Abele.
E da qui iniziamo a non scandalizzarci, ma a pensare a come lo sviluppo dell’umanità segua fasi interpretative anche opposte. Nei due attori della vicenda da noi tutti conosciuta, la Bibbia tipizza due modelli sociali di cui la tradizione ebraica dà giudizi opposti. Caino è la civiltà stanziale, agricola. Civiltà che per sua stessa natura, deve costruire. Abele rappresenta la civiltà nomadico-pastorale. È intuibile dalla storia stessa come le simpatie ebraiche e, conseguentemente, anche quelle cristiane vadano alla seconda. Non riusciamo a comprenderne fino in fondo le ragioni, ma Caino viene disegnato come invaso dall’invidia e dell’ira verso il fratello Abele, benedetto da Dio. Caino, rappresentante della novità stanziale e non più nomadica del popolo d’Israele, è l’assassino di suo fratello. 
Giovanni, nella prima lettera, fornisce le ragioni dell’uccisione di Abele. Perché Caino ha ucciso il fratello? "Perché le opere sue (di Caino) erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste" (3, 11-12). Caino è condannato da Dio a vagare ramingo senza mèta, perdendo così il senso spirituale della vita. Ritengo che sia importante sottolineare l’aspetto simbolico spirituale poiché, se così non fosse, avremmo una profonda contraddizione tra la condanna di Caino e l’esistenza nomadica del popolo d’Israele. 
La genealogia di Caino (Genesi 4, 17-24) si sviluppa su due lati: da una parte è costellata di arti e mestieri di cui si cerca simbolicamente di definirne la genesi; dall’altro lato, essa è "segnata dal filo rosso della violenza e della vendetta cieca" (G. Ravasi, Il libro della Genesi, 1994). 
Caino diventa padre di Enoch, costruisce una città che chiama Enoch, dove nasce Irad. Irad genera Mecuiael e costui, a sua volta, genera Lamech. Lamech prese due mogli. Una di esse, Ada, partorisce Iabal, padre di coloro che abitano sotto le tende presso il bestiame, e Iubal, padre di tutti i suonatori di cetra e flauto (dall’ebraico jobel che significa corno o tromba). Dall’altra moglie, Zilla, nasce finalmente Tubalkain, padre di quanti lavorano il rame e il ferro. Il nome Tubalkain è composto da Tubal (popolazione nota per la lavorazione dei metalli) e Kain, che significa "il lavoro del fabbro" e non ha nessun legame, almeno nella lingua ebraica, con il nome di Caino.
Siamo, qui, di fronte ad una delle grandi contraddizioni della Bibbia che, da una parte, ama la musica e la poesia, esalta la scienza e la trasformazione umana del cosmo mentre, dall’altra parte, le fa nascere dai peggiori figli dell’ assassino figlio di Adamo ed Eva. 
C’è da pensare, e forse da sperare, che tale contraddizione nasca dall’ostilità dell’autore sacro della Genesi verso le culture circostanti, ostili a loro volta verso il mondo nomadico. Le grandi città mesopotamiche e cananee con i loro artisti, fabbri, architetti (Hiram è originario della Persia, l’antica Mesopotamia)
C’è da considerare anche come la lavorazione del rame e del ferro, in cui entra l’uso del fuoco, si avvicina alle sfere di quell’ambiente alchemico, grande ricettacolo di progresso scientifico, e non solo, più o meno elementare. 
Ma la verità non sta sempre solo da una parte. 
La vita del Massone è una continua ricerca nello spirito del perfezionamento e del benessere per l’umanità e a gloria del Grande Architetto dell’Universo. Una ricerca che trova gli ostacoli anche e soprattutto negli obiettivi della ricerca stessa. Forse è in questo senso che va interpretata la genealogia di Caino, mista di progresso e sangue, di crescita e delitto, di costruzione e distruzione. 
In fondo, noi rinasciamo Maestri Liberi Muratori dopo aver rievocato quello che per noi è il più grande delitto: quello di Hiram per opera di tre compagni d’arte impazienti di carpirne i segreti. 
Il tentativo di interpretazione della nostra parola di passo, tentativo che è lontanissimo dall’essere assolutamente risolutivo, non apre forse capitoli importanti dedicati a Tubalkain ma, nell’orizzonte in cui si muove il Libero Muratore, dimostra come le arti importanti, allo stesso modo delle scienze, possono anche nascere dal peggio portando al meglio, e viceversa. 
E il fatto di entrare in questo orizzonte contradditorio e "scandaloso", dimostra che la rinascita a Maestro Libero Muratore non è un punto d’arrivo ma nient’altro che un nuovo e continuo inizio.
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