I guanti bianchi

A:.G:.D:.G:.A:.D:.U:.
R:.L:. Fraglia Ed Stolper 1285 O:. di Brescia

I GUANTI BIANCHI
Venerabile Maestro
Cari Fratelli
Ci troviamo nella Sala dei Passi Perduti, la Tornata Rituale sta per avere inizio.
Insieme agli altri fratelli stiamo ultimando la vestizione prima dell’ingresso al Tempio, il gioiello di loggia, il grembiule con i simboli del grado, i guanti bianchi.
Gesti semplici, ormai quasi automatici, ma sempre ricchi di bellissima ritualità. 
La memoria mi torna a quella sera del 19 settembre 2008 , il giorno della mia iniziazione. 
Sono finalmente diventato un Fratello Libero Muratore, i riti di purificazione sono finiti, ho prestato il Sacro giuramento , il M.V. dopo avermi abbracciato e dato fraternamente il benvenuto mi consegna i simboli della mia nuova vita. 
Prima il grembiule poi un paio di guanti bianchi, accompagnati da queste parole:
“Accetta questi guanti che ti offrono i Fratelli: non offuscarne mai il candore; le mani di un Libero Muratore devono restare sempre pulite”. 
Me ne consegna poi un altro paio: “ Fratello, essendo la nostra iniziazione solare, le donne non sono ammesse ai nostri lavori; tuttavia noi le rispettiamo ed onoriamo. Questi guanti sono destinati a colei che rappresenta la tua perfetta polarità contraria, cioè quella lunare”.
Ovviamente in quel frangente poco potevo sapere e capire dei profondi significati rappresentati dagli oggetti che avevo appena ricevuto.
Vorrei ora cercare di approfondirne alcuni partendo da una piccola analisi storica.
Già nell’antichità, l’uso simbolico e rituale del guanto aveva notevole rilievo ed importanza; nell’antico Egitto era abitudine da parte dei popoli medio orientali donare ai faraoni come tributo anche dei guanti preziosi. 
Nella tomba di Tutankhamon, come di altri importanti faraoni, sono stati ritrovati resti di guanti in lino bianco probabilmente di uso cerimoniale.
L’importanza simbolica dei guanti torna preponderante nel medioevo, con l’uso cavalleresco e militare degli stessi. 
Donare il guanto era al contempo possibilità di dare protezione oppure di offendere. Il lancio del guanto o l’invio ad un avversario attraverso dei messi , rappresentava una sfida, raccoglierlo significava accettarla. 
I giudici medioevali solevano lanciare un guanto al condannato mentre emettevano il
verdetto.
Altri casi li ritroviamo nel diritto barbarico, dove ad esempio, un venditore di terreni soleva donare all’acquirente, alla presenza di testimoni, un guanto riempito di terra raccolta dallo stesso campo interessato dalla compravendita.
Successivamente dei guanti vennero offerti, da parte di re ed imperatori, ai propri vassalli come simbolo di investitura feudale.
E’ importante ricordare anche il valore liturgico che spesso i guanti hanno rappresentato, fino al XII secolo solo vescovi e cardinali avevano il privilegio di portare guanti bianchi. 
Nella liturgia di investitura reale a Reims poi, vi era l’offerta e la benedizione dei guanti, usanza conservata ancora oggi nella cerimonia di investitura vescovile. Si applicava il principio che le mani del re, dopo la Sacra incoronazione, non venissero a contatto con cose impure, era usanza infatti a cerimonia ultimata, che gli stessi guanti venissero bruciati affinché non potessero essere più utilizzati per compiere atti impuri. 
Per quanto riguarda la Massoneria operativa e’ dato certo che i muratori appartenenti
alle congregazioni venissero forniti di abiti, grembiuli, zoccoli e guanti, come vestiario del mestiere ( registri della cattedrale di York – 1355), anche se purtroppo pochissime sono le raffigurazioni rimaste concernenti l’uso degli stessi . 
E’ perciò molto probabile nella simbologia rituale Massonica l’origine latomistica dell’uso dei guanti ; avevano cioè lo scopo di proteggere le mani durante il lavoro nelle cave di pietra e nell’utilizzo degli strumenti atti alla lavorazione della stessa.
Verso la fine del 1500 era usanza che un nuovo adepto formalizzasse il suo ingresso
nella Fratellanza offrendo grembiule e guanti, uso che veniva denominato : “Vestire
la Loggia”. 
Questa prassi viene documentata nello “Statuto Shaw” del 1599 dove si stabiliscono i diritti di iniziazione alla Loggia quantificandoli in dieci sterline scozzesi , di cui dieci scellini versati per il costo dei guanti.
E’ verso la prima metà del XVIII secolo, probabilmente con la nascita della cosiddetta Massoneria speculativa, che si inverte questa usanza, sarà da allora la Loggia a farne dono ai nuovi confratelli .
Esistono comunque alcuni rituali, vedi il Rito Emulation, che non prevedono alcuna
offerta di guanti durante l’iniziazione.
Appare evidente il forte connotato simbolico dei guanti bianchi, rappresentano  candore e purezza, ogni Massone dovrà sempre indossarli , fisicamente durante i lavori di Loggia e spiritualmente nella sua vita profana. 
Dovranno sempre ricordargli gli impegni assunti al momento della sua iniziazione; insieme al grembiule completeranno la sua veste esteriore , dovranno essere il simbolo di ciò che ora è diventato e del lavoro che dovrà sempre praticare in Loggia oltre che nella sua interiorità.
Come ricordato prima due paia di guanti vengono donati al nuovo iniziato al principio del suo cammino, uno che deve indossare egli stesso ed uno destinato alla sua polarità lunare.
Qualora un Fratello dovesse dimenticare i suoi doveri o mancare ad essi, spetterà alla donna ricordarglieli e richiamarlo alla purezza d’intenti. Essa apparirà allora come la sua coscienza vivente, vera custode della sua integrità materiale, morale e spirituale.
Guanti bianchi, dunque purezza, integrità, innocenza , le mani sono nette (non hanno
preso parte all’assassinio di Hiram) e tali dovranno restare , rappresentazione visibile
e del tutto trasparente della nostra interiorità.
In fondo , il semplice gesto di lavarsi le mani, di mondarle, rappresenta ancora oggi
per molti popoli di diversi credo religiosi, l’atto rituale exoterico necessario per poter
partecipare alla sacralità di un rito. Non è possibile entrare in comunione con il Sacro senza prima essersi purificati.
Oltre che grande valore simbolico i guanti bianchi rappresentano per i Fratelli Massoni anche una forte valenza rituale; le mani guantate di bianco, durante i lavori in Loggia sprigionano un magnetismo “trasformato e benefico”, l’impressione è di calma, di serenità, di quiete. Sono diventate il segno esteriore della nostra interiorità, potente ed efficace, da cui è difficile non restare ammaliati, esprimono al contempo forma e ritualità .
Vorrei ora, in conclusione , presentare alcune considerazioni , in parte ispiratemi dalla mia polarità lunare.
Non è possibile parlare di guanti bianchi senza fare alcuni riferimenti a ciò che essi rivestono, le nostre mani. Le mani di una persona sono spesso il suo biglietto da visita, lo specchio del suo essere.
Osservandole e toccandole si possono dedurre molte cose: la professione, lo stato sociale, la cura del proprio corpo, la pulizia.
Osservare i loro movimenti spesso dice molto più che ascoltare fiumi di parole. Con il termine mano abbiamo coniato molti modi di dire: “ essere in buone mani”, “stare con le mani in mano”, “avere le mani legate”, “dare una mano”,”mettere le mani addosso”, “avere le mani bucate”,” fare man bassa” e via dicendo. Sono tutte espressioni , modi di dire, attraverso i quali si richiamano i vari comportamenti umani, sono le mani le protagoniste del fare : handlung (opera delle proprie mani) è il termine utilizzato nelle Logge tedesche per designare un azione.
Ed è attraverso le mani che possiamo compiere azioni nobili e valorose, gesti d’amore e di tenerezza, possiamo creare opere d’arte d’immensa bellezza, costruire e
suonare strumenti musicali, lavorare, aiutare ed accudire le persone che ci sono care.Purtroppo esse permettono anche di compiere gli atti più ignobili, scellerati e vili, ne abbiamo notizia quasi ogni giorno nelle cronache , atti che ci lasciano increduli e sgomenti per la loro efferatezza.
Le mani rappresentano lo specchio dell’anima, sono lo strumento che esegue ciò che gli viene ordinato dal nostro cuore, dalla nostra mente .
Coprire le mani con i guanti bianchi rappresenta un bellissimo gesto simbolico , ma rischia di rimanere fine a se stesso se non riflette coerentemente ciò che abbiamo dentro di noi. 
Il Massone che indossa i guanti bianchi, pur restando un uomo, deve cercare di valorizzare i propri pregi e di migliorare i propri difetti , deve crescere , deve essere un gradino più in alto rispetto agli altri , rispetto all’uomo profano; perché ha avuto il privilegio della conoscenza, della luce . 
Questo privilegio impone però rigore e disciplina, verso se stesso e verso gli altri, verso i doveri che ci siamo assunti entrando nella Libera Muratoria, la purezza e la trasparenza devono diventare il nostro modo di vivere e di operare. 
Questo è ciò che ci devono sempre ricordare i guanti bianchi, simbolo concreto del nostro lavoro interiore, avvenga esso in Loggia oppure nel mondo profano.
Brescia 15 Aprile 2011
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