Ghiblim

GHIBLIM

Ghiblim, nel libro della costituzione del 1738 a pagina 70 vi è scritto: JohndeSpoulee chiamato il Maestro del Ghiblim colui che ha ricostruito la cappella di Saint George.

In ebraico Ghiblim o meglio, pronunciato allo stesso modo ma scritto, Giblim, è una parola di fondamentale importanza nella massoneria. Con la lettera “g” pronunciata forte, la parola assume il signi cato di abitanti della città di Gebal i quali, come menzionato nelle scritture erano gli assistenti di Hiram alla costruzione del Tempio di Salomone. Essi erano coloro che squadravano le pietre per permetterne la perfetta sovrapposizione. Erano i Tagliapietre coloro che seguendo le istruzioni del Maestro Hiram preparavano pietre angolari, pietre da erezione e pietre da tamponamento.



Con le diverse traduzioni Giblim assunse nella lingua inglese il signi cato di Mason, nella
lingua francese di Tailleur de pierre e in tedesco di Ghiblim. Perfetto sinonimo di
massoneria.

Se togliamo la lettera “m” il signi cato di Ghibli assume tutto un altro aspetto. Signi ca
per i Tuareg “vento impetuoso caldo che spazza il deserto”ma mantiene sempre la sua radice
di forza (ghib) che simboleggia energia.


Osservando l’immagine che il VMiC mi ha dato,
ho colto una descrizione “storica” sull’origine della
Massoneria: antichi muratori costruttori di cattedrali
che si riunivano tra di loro e nei diversi gradi di
appartenenza tramandandosi i segreti dell’Arte
muratoria.

Il percorso che l’apprendista svolgeva per giungere alla maestria comprendeva tutti i lavori più umili e apparentemente inutili, ma che per la loro semplicità, si adattavano all’apprendista non specializzato e allo stesso tempo gli permettevano di crescere sia come

artigiano sia come uomo; esattamente il percorso che seguiamo anche noi muratori
moderni.

Evolvendo, ecco il passaggio dalla Massoneria operativa a quella speculativa, dove i lavori da compiere per realizzarsi come muratore e come uomo non sono più di ordine materiale ma bensì immateriale. Benché non lavori più con pietre, calce e mattoni, il Massone deve compiere un percorso interiore che lo porti alla scoperta del tesoro che è riposto in ognuno di noi, e gli viene insegnato ad erigere un edi cio meta sico.
 
Tavola di 2° grado del 14.06.2012



Gli attrezzi dei quali si fa uso in massoneria operativa sono stati adottati nella massoneria
speculativa per l’istruzione simbolica.

• Il mazzuolo e lo scalpello: che Ghiblim impugna per squadrare la pietra grezza e trasformarla in pietra cubica; a rappresentare la Ragione e la volontà per conoscere e scoprire sé stessi.

La combinazione della forza della volontà (Mazzuolo) con la forza del
discernimento (Scalpello) produce il graduale perfezionamento della pietra.

• La livella, e il lo a piombo: vengono adoperati nell’ulteriore lavorazione delle pietre e nell’adattarle alle loro posizioni particolari a rappresentare la misura di tutte le cose e l’equilibrio nel lavoro.

• Il compasso e la squadra: a rappresentare l’apertura mentale, la misura e la rettitudine. Simboli di perfezione.

• La cazzuola: mentre l’Apprendista è impegnato alla preparazione dei materiali grezzi, operazione che richiede soltanto l’uso del regolo e del maglietto per dar loro forma appropriata, e il Compagno li colloca nella loro posizione adatta per mezzo del lo a piombo, della livella e della squadra, solo il Maestro Muratore, dopo aver esaminato la correttezza di tali materiali e averli veri cati, li assicura permanentemente al loro posto spandendo, per mezzo della cazzuola, il cemento che li lega per sempre insieme.

• Il grembiule: viene indossato dai Massoni operativi per conservare i propri indumenti puliti da macchie e da sporcizia ma i Massoni speculativi, lo usano per una più nobile causa. Dal suo colore immacolato, noi veniamo ammoniti a conservare quella purezza senza macchia di vita e di condotta (uomo libero e di buoni costumi) che ci permetterà di presentarci davanti al Grande Architetto dell’Universo mondi dal peccato e intoccati dal vizio.

• La stella ammeggiante: posta al centro del grembiule rappresenta la luce tra le tenebre, simboleggia il retto pensare, retto agire e retto parlare; rappresenta l’ essere uomo microcosmo all’interno dell’universo macrocosmo, come il nostro distintivo di Loggia. A rappresentare che la nostra energia è parte eterna dell’universo.

• La pietra grezza e la pietra cubica: in senso generale, dove il signi cato di pietra è legato alla sua assimilazione con il massone stesso; il lavoro massonico di squadratura e di levigatura della pietra grezza corrisponde al lavoro su sé stesso, dove il massone passa dallo stato informe, incosciente e passivo del profano a quello formato, regolato e creativo del libero muratore. Come la pietra grezza è inadatta all’edi cazione della cattedrale, perché male si combina con le altre pietre e produce instabilità e disarmonia, così la pietr a cubica, regolare e levigata, si riunisce nella sua unicità con le altre ugualmente lavorate, e contribuisce in tal modo
 
Tavola di 2° grado del 14.06.2012



all ‘edi cazione del Tempio. Questa correlazione implica, di conseguenza, che un massone lavora al bene e al progresso della Patria e dell Umanità prima di tutto incessantemente migliorando sé stesso.

Ma queste considerazioni sono puramente nozionistiche, basta un po’ d’interesse ed una
ricerca in Internet. Quello che invece non si trova è la chiave di lettura più esoterica e
meta sica che questo quadro ci comunica.

Ad un osservatore attento, non sfugge ad esempio che questo muratore, Ghiblim, è particolarmente prestante, questo a simboleggiare la FORZA e la fermezza, guarda caso proprio la Luce del II° pilastro che il 1° Sorvegliante, sovrintendendo alla Col onna di Meridione, accende durante i Lavori. La Forza esercitata da questo tagliapietre altro non è che Energia necessaria a trasformare le pietre grezze in pietre cubiche. Energia che è la trasformazione della materia. L’energia che trasforma il nostro modo di essere e il nostro modo di pensare. Il “Solve et Coagula” degli Alchimisti.

Concetto della dissoluzione degli elementi (solve) e della coagulazione (coagula) degli elementi dissolti, che per nuova sintesi degli elementi, porta alla pietra losofale. Con l’ausilio del quadro di Loggia in grado di Compagno e con il suo rituale, il Compagno d’Arte sa che la Forza e per esso l’ Energia trasforma sé stesso, appunto“Solve et Coagula”, che a questo punto assume un signi cato molto più profondo: la pazienza.

Nel rispetto del precetto “preservare è meglio” comprendiamo che preservare non ha lo
stesso signi cato di insistere. Ci sono battaglie che durano molto di più del necessario
drenando in tutti forza ed entusiasmo. Un combattimento prolungato distrugge anche la
vittoria. Dobbiamo sapere quando insistere e quando è giunto il momento di ritirare le
forze dal campo di battaglia, e allora Solve assume il signi cato di tempo di riposo e
Coagula di tempo di azione. I peggiori errori strategici sono l’agire prematura mente e il
lasciare andare una opportunità.

Come pietre cubiche, Ghiblim o Compagni, partecipiamo all’elevazione del Tempio, ma
siamo ancora soltanto una piccola parte della costruzione. Siamo un microcosmo in un
macrocosmo. Quando diciamo di lavorare per il bene e il progresso della Patria e
dell’Umanità, diciamo anche che non ci accontentiamo di essere una pietra tra le tante, ma

che desideriamo perfezionarci al punto di divenire una pietra angolare, in modo che anche
gli altri vedano il nostro modo di essere e la società ci apprezzi prendendoci come
esempio. Come il muratore quando costruisce un muro a secco, dapprima seleziona le
pietre migliori per poterle posizionare nei punti cruciali, poi con le altre erige la sua
costruzione.

Se partiamo dal presupposto che la nostra pietra cubica è quanto di inerte esiste attorno alla nostra Energia, parte eterna dell’Universo, dobbiamo ancora capire il senso di quello che stiamo vivendo. E allora ecco che la nostra pietra cubica sviluppata sotto il concetto “Solve et Coagula” assume altro signi cato.

 
Tavola di 2° grado del 14.06.2012








La pietra cubica si trasforma in un altro simbolo, quello della croce, simbolo della so erenza. Croce, per gli alchimisti crogiolo, con il fuoco, la terra, l’acqua e l’aria alle quattro estremità, utilizzato quale supporto per appoggiare il contenitore contenente gli elementi che devono essere dissolti, quindi a signi care che la nostra vita attuale è so erenza, dov e il nostro corpo (contenitore), appoggiato sulla croce, tramite lo sforzo deve essere dissolto


liberando la nostra Energia che troverà nalmente la Vita eterna nell’Universo.

Così il Ghiblim, o il tagliatore di pietre, o il Compagno d’Arte, si prepara, so rendo, alla
morte sica consapevole che la stella ammeggiante gli permette di restare concentrato
sulla sezione aurea (liberazione).

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