La parola equinozio deriva dal latino “equus nox”, ovvero “uguale notte”. E’ il momento in cui giorno e notte sono in perfetto equilibrio. E' la festa degli opposti, rappresentate dal giorno e dalla notte, che hanno la stessa durata, della dualità delle forze maschili e femminili, e dell’equilibrio cosmico che producono, garantendoci vita e abbondanza.
E’ il momento in cui la Natura tutta reca il messaggio di rinnovamento e di risveglio dopo le lunghe notti invernali: è il momento in cui il sole entra nel segno dell'Ariete e dà' inizio all'anno astrologico.
E’ il momento della rinascita, dei nuovi progetti, è il momento in cui è possibile realizzare quei sogni che sono nati nel periodo freddo. E’ il momento adatto per aprirsi ai sentimenti e viverli nella loro totalità, di rinascere con la Natura e fondersi con la Madre Terra, celebrarla e gioire della Vita che sboccia e si manifesta in tutte le sue forme.
Rappresenta quindi, una sorta di capodanno e tale era considerato dai Romani, per i quali l’anno aveva inizio proprio nel mese di marzo, dedicato a Marte, padre dei gemelli fondatori della città, dalla cristianità e da tutte le tradizioni pur di diverse popolazioni, che ci hanno consegnato la celebrazione dell’amore: l’ascesa della Grande Madre Terra dagli inferi, l’unione cosmologica con il Sole, e la fecondità.
Nelle diverse tradizioni, pur cambiando popolazioni, i riti equinoziali hanno tutti conservato le stesse caratteristiche: sono la celebrazione del risveglio della natura dopo la desolazione dell'inverno, la celebrazione dell’amore, la rigenerazione del corpo e dell'anima nella nuova stagione, la preparazione a grandi cambiamenti ed alla rinascita spirituale.
Sui riti di primavera abbiamo notizie scritte fin dagli Assiro-Babilonesi, che dedicavano il giorno dell'Equinozio a Tammuz, amante e sposo di Ishtar, il sole tornato sulla terra dopo aver dimorato nel regno sotterraneo. Ma la tradizione è costante in tutte le popolazioni che celebrano l’alternarsi delle forze lunari e solari e lo ritroviamo in tutte le popolazioni espresso in coppie di divinità dove il maschio di solito, ma non sempre, rappresenta la parte solare e la femmina quella lunare per citarne qualcuna: Osiride/Iside (Egizi), Marduk/Inanna (Sumeri), Ball/Anat (Cananei), Attis/Cibele (Frigi), Marte/Venere (Greci e Romani).
In primavera si celebravano in Grecia i Piccoli Misteri Eleusini ad Eleusi, una piccola città dell'Attica. Il nome significa "arrivo", perché si narra che qui arrivò Demetra cercando la figlia Persefone rapita dal dio dei morti, Ade. La sparizione ed il ritorno di Persefone (in questo caso è Persefone, ovvero Proserpina, che si alterna per sei mesi tra il mondo dei vivi e dei morti) venivano ricordati con le cerimonie che simulavano la morte mistica della natura, la rinascita, la fecondità e la generazione. Il messaggio per gli iniziati ai Piccoli Misteri era la promessa di abbondanza materiale da parte della dea del grano, ma anche la liberazione dall'angoscia e dal dolore ed un trattamento privilegiato dopo la morte.
Yin e Yang (simbolo Ta ki) simboleggiano tutti i contrari. Ognuno contiene il germe dell'altro. Entrambi sono contenuti nel circolo della rivoluzione e del dinamismo ciclico, costituiscono il compimento dell'equilibrio e dell'armonia, come le forze che si contrappongono all'Equinozio.
A Roma il mese di Marzo, come dice lo stesso nome, era dedicato a Marte, e per buona parte del mese si tenevano feste in suo onore. Ma il Marte dell'Equinozio non è il dio bellicoso delle battaglie, ma piuttosto il principio maschile che deve congiungersi a Venere, perché per proseguire il cammino le forze maschili devono congiungersi a quelle femminili.
Dalla congiunzione dei contrari discende Armonia, che era la protettrice della concordia e dell'ordine morale e sociale, e rappresentava l'equilibrio tra l'egoità e la necessità della vita sociale.
Per questo motivo, in molte parti del mondo, oltre che a Marte il mese era dedicato anche a Venere o alle sue corrispondenti nelle diverse religioni: Afrodite, Astarte, Isthar, Cibele, Iside, Inanna e ... Anna Perenna.
Tutte queste dee dell'amore, possono essere fatte risalire ad una divinità più antica che è posta alla base della cosmogonia di ogni religione, una Eva cosmica, da cui presero origine non solo gli esseri umani, ma tutti gli esseri viventi, conosciuta dagli studiosi con il nome di Grande Madre o Grande Principio Femminile, che si differenziava dal Caos assieme ad un Grande Principio Maschile.
Le tracce di questa Grande Madre Terra, la Cibele cosmica dispensatrice di doni e di fertilità, si hanno in una festa della Roma antica che si celebrava alle Idi di Marzo dedicata ad Anna Perenna.
La festa di Anna Perenna era una delle più giocose e gioiose di tutto l'Anno, interamente dedicata all'amore, ai giochi tra amanti e fidanzati, ai corteggiamenti e alla libagione con conseguente rallentamento delle inibizioni. Si svolgeva nel bosco di Anna Perenna, che distava un miglio dalla città, e chi vi partecipava, poteva incontrare l'amore o rinsaldare fortemente quello che già aveva, inoltre, si assicurava di annare pereannare atque commode, ossia di trascorrere un anno felice e abbondante.
E anche oggi, come allora, rinnoviamo le celebrazioni con lo stesso animo e augurio.
M:. L:.